Il Pomodoro Lungo: da San Marzano un prodotto unico

Il pomodoro lungo che ritroviamo a sua volta in molte varietà e tipologie di coltivazione trova il suo massimo esponente nel San Marzano. È una pianta vigorosa a portamento indeterminato. Si raccolgono pomodori lunghi 11-13 cm, pieni e pesanti (150-200 gr), che passano dal verde scuro al rosso brillante. L’uso principale del San Marzano spazia dal consumo fresco a quello in conserva.

Il pomodoro di San Marzano dell’agro sarnese-nocerino (DOP) è una varietà di pomodoro riconosciuta come prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di origine protetta.

Il nome proviene dalla città di San Marzano sul Sarno, dove ne ha visto la nascita ed ad oggi è tra le DOP italiane. Ha una forma allungata, ed è particolarmente adatto per gli usi dell’industria di trasformazione agroalimentare, nell’ambito della quale viene usato per preparare pelati e conserve alimentari. Nello specifico, le sue caratteristiche (polpa compatta e carnosa, poco acquosa e con pochi semi) lo rendono molto adatto a una cottura veloce che permette di conservare un sapore più vivace nella salsa di pomodoro.

La denominazione d’origine protetta (DOP) “Pomodoro San Marzano dell’agro sarnese-nocerino,” senza altra qualificazione, è riservata al pomodoro pelato ottenuto da piante dell’ecotipo San Marzano, che rientrano in una specifica area geografica, proprio per le caratteristiche chimiche del terreno di coltivazione.
I terreni dell’Agro Nocerino Sarnese si presentano molto profondi, soffici, con buona dotazione di sostanza organica ed un’elevata quantità di fosforo assimilabile e di potassio scambiabile. L’idrologia del territorio è molto ricca per la presenza di numerose sorgenti e di abbondanti falde a diversa profondità. L’acqua per uso irriguo, in genere viene derivata da pozzi che si alimentano direttamente dalla falda freatica.

Circa il clima, l’Agro Nocerino Sarnese risente della benefica influenza del mare. Le escursioni termiche non sono notevoli e qualora il termometro scende al disotto dello zero, non vi permane a lungo; la grandine è piuttosto rara. I venti dominanti sono il Maestro del nord e lo Scirocco del sud. Le piogge sono abbondanti in autunno, inverno e primavera; scarse o quasi nulle nell’estate. Sebbene le piogge difettino nei mesi estivi, l’umidità relativa dell’aria si mantiene piuttosto alta; il trapianto, di norma, si esegue nella prima quindicina del mese di aprile, però può protrarsi fino alla prima decade di maggio.

Secondo la normativa, la raccolta dei frutti dev’essere eseguita esclusivamente a mano, in maniera scalare, quando essi raggiungono la completa maturazione, ed avviene in più riprese.

Secondo alcune teorie, il primo seme di pomodoro San Marzano arrivò in Campania nel 1770, come dono del viceré del Perù al Re di Napoli. Fu piantato nell’area corrispondente all’attuale comune di San Marzano sul Sarno, dove attecchì bene grazie alla fertilità del suolo vulcanico.

Negli Stati Uniti d’America, il San Marzano è considerato la base genetica per un altro tipo di coltura, il pomodoro varietà Roma (a sua volta considerato un ibrido).

Ma ora a tutto #foodrock entriamo in cucina e, stereo a palla con i Mattia Bazar in “Tu Semplicità” semplicità una regola da usare sempre quando si ha a che fare con prodotti unici come il nostro pomodoro e facciamo la nostra nuova ricetta #ficheraversion con uno delle pregiatissime varietà di San Marzano, ovvero “il miracolo di S.Gennaro” una varietà che trova la sua differenza nel metodo di coltivazione, in quanto negli ultimi 15 giorni circa prima della raccolta si evita di annaffiare, questo espediente fa sì che la pelle, già sottile, si assottigli diventando quasi impercettibile e si concentri la carica zuccherina direttamente all’interno del frutto.

Ecco la ricetta!

bruschetta fichera


IL MIRACOLO NELLA BRUSCHETTA SCOMPOSTA #FICHERAVERSION

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